Quando si parla di educazione, addestramento, preparazione a un’attività sportiva, sentirete parlare spesso di “rinforzi”.
I rinforzi sono quegli elementi che fanno sì che un comportamento, appunto rinforzato, si ripeta.
Il cibo, per esempio, è un tipico rinforzo usato con i cani: il cane si siede, do il cibo e rinforzo il comportamento del sedersi.
Il cibo è un rinforzo primario, legato alla sopravvivenza del cane.
È vero, i nostri cani domestici non cercano cibo per sopravvivere, mangiano ogni giorno crocchette o cibo casalingo che noi diamo regolarmente, ma il cibo non perde comunque il suo riferimento al concetto di sopravvivenza e, per questo, la sua presenza e il suo uso come rinforzo sono (tranne in rarissimi casi) efficaci in maniera “automatica”.
Il gioco, invece, è considerato un rinforzo secondario o appreso. Questo perché non c’è una relazione istintiva tra la presenza del gioco e il rinforzo dato al cane; questa viene costruita sfruttando alcune motivazioni del cane legate alla predazione. Il gioco inizia a essere interessante perché simula la preda (pensate alla pallina lanciata che rimbalza e rotola lontano) e induce dei comportamenti al cane che sono autogratificanti (perché soddisfano motivazioni innate).
Il fatto che il gioco sia “appreso” ci permette di costruire attraverso di esso una relazione uomo-cane molto più solida di quella che costruiremmo con il cibo. Il gioco usato correttamente, infatti, insegna al cane che c’è bisogno della nostra presenza affinché sia davvero gratificante.
Un esempio su tutti è l’uso di una treccia: il fatto che sia in mano nostra fa sì che la treccia si muova, corra, si agiti e lo farà solo quando sarà in mano nostra (appunto). Una volta lasciata la treccia al cane, si accorgerà che quell’oggetto, da solo, non si muove e c’è bisogno di noi per renderlo interessante e divertente; dopo poche ripetizioni sarà il cane a venire verso di noi con la treccia per chiederci di continuare a giocare.
Costruire una relazione con il cane non è sempre facile, il mondo (soprattutto quello esterno alle nostre case) è pieno zeppo di distrazioni: odori, altri cani, persone, animali come uccelli, farfalle, insetti o peggio il selvatico che incontriamo nei boschi, ed è molto facile perdere l’attenzione del nostro cane. In qualche modo possiamo dire che il resto del mondo “si colora” e noi restiamo in bianco e nero facendo perdere interesse verso di noi. Questo è un problema quando vogliamo fare dell’attività sportiva con il cane o, banalmente, quando, da libero, non risponde al richiamo.
Un gioco “fatto bene” serve a questo: serve a portare attenzione su di noi, costruire una buona relazione e canalizzare certi comportamenti del cane che, altrimenti, sarebbero incontrollati. Attenzione, questa, che, col tempo, sarà indipendente dalla presenza fisica del gioco o del cibo, ma che sarà indirizzata verso di noi.
Il gioco non è soltanto “lancio la pallina e aspetto che la riporti”, perché per fare questo sarebbe sufficiente un macchinario e non la nostra presenza, la pallina insegna che il divertimento sta lontano da noi e non vicino a noi; è giusto giocare anche così ma non solo così, crediamo sia importante costruire giochi di relazione in cui c’è un vero rapporto tra cane e proprietario, in cui ci sia una forte condivisione, al di fuori di qualsiasi conflitto sul gioco.
Al nostro centro alcuni istruttori hanno completato il Master in Gioco e Motivazione CSEN e sapranno indirizzarvi verso un gioco a misura vostra e del vostro cane, consigliando anche gli strumenti, i tempi e i modi più corretti per giocare in modo sicuro e divertente. Il gioco sarà poi un rinforzo che userete tantissimo nella preparazione sportiva dell’agility o dell’hoopers, sganciandovi in parte dall’uso del cibo.